Sacra Conversazione di Tiziano a Milano!

Sono già dieci anni che chi passa da Milano in questo periodo può apprezzare gratuitamente l’esposizione di una singola importante opera esposta nella Sala Alessi di Palazzo Marino.

Quest’anno  possiamo ammirare l’opera “Sacra Conversazione” di Tiziano, direttamente in prestito dalla Pinacoteca di Ancona fino al 14 gennaio 2018 (muoveteviiiii!).

sacra conversazione Tiziano pala gozzi, 1520
sacra conversazione Tiziano pala gozzi, 1520

 

Ci troviamo di fronte ad un’enorme (312×215 cm)  pala d’altare dipinta quindi su legno e in mostra ci è data la possibilità di curiosare quest’opera… anche dal retro.

Ci balzano agli occhi immediatamente un paio di particolari.

Un’opera su legno di queste dimensioni è in realtà formata da tante lastre di legno, in questo caso orizzontali, tenute insieme da piccoli incastri sempre in legno e…poi notiamo subito una piccola sorpresa: prima di dipingere la parte frontale…l’artista ha fatto qualche bozzetto preparatorio a matita. Non sono tutti di Tiziano questi volti, un paio sono appena accennati, quasi delle caricature, ma il volto del bambino paffutello è sicuramente dell’artista (infatti lo riconosciamo bene nell’opera finita a colori).

Questa è una sacra conversazione (quando ci sono Madonna, Bambino e Santi si tratta sempre di una “chiacchierata”, si chiamano proprio così queste scene dove i protagonisti in pratica conversano con gli sguardi e chissà cosa si staranno dicendo…). Santi, committente e Madonna sono legati da questi intrecci di sguardi e solo il Bambino guarda (e indica) fuori dallo spazio dell’opera…indica noi, gli spettatori, facendoci quasi diventar parte di quella sacra chiacchierata!

 Il nome con cui è più conosciuta in realtà  è Pala Gozzi, dal nome del committente.

Alvise Gozzi, mercante ragusano che lavorava anche ad Ancona,viene ritratto in maniera molto somigliante di profilo, in ginocchio sulla parte destra dell’opera.

Al suo fianco riconosciamo il vescono San Biagio, protettore di Ragusa (attuale Dubrovnik, in Croazia). Il Santo sta in pratica presentando il committente proprio alla Madonna che è nella parte alta del dipinto, sulla nuvola circondata dagli angeli in una luce quasi infuocata tipica del tramonto. Il suo braccio in diagonale, molto ben definito (con tanto di anello al pollice), è l’unione tra cielo e terra, tra paradiso e vita terrena.

San Biagio è un santo molto conosciuto però anche a Milano dove la tradizione natalizia vede proprio l’usanza di conservare una fetta di panettone di dicembre fino al giorno in cui viene festeggiato il santo: il 3 febbraio, perché secondo la tradizione  milanese ‘San Bias benedis la gola e él nas‘, insomma “benedice (e protegge) la gola e il naso”.

Dall’altro lato della scena, riconoscibilissimo, c’è San Francesco con tanto di stigmate  alle mani e al costato.

Questa pala è solo apparentemente semplice….in realtà è ricca di significati nascosti.

Vengono citate diverse città:  Ancona (anche San Francesco ricorda questa città perché è proprio per la chiesa di San Francesco ad alto -attualmente ex chiesa e sede militare- che viene dipinta l’opera), Ragusa (perché San Biagio è il suo patrono), Venezia (rappresentata in basso al centro, forse un messaggio politico che vedeva la Serenissima dominare su tutto l’Adriatico).

La pianta di fico al centro, miserella e un po’ spelacchiata, ha comunque dei frutti, è un simbolo di rinascita e di buona speranza (la pala d’altare è stata realizzata dopo il terremoto di Ancona che aveva distrutto diverse proprietà del commerciante Gozzi che si era comunque economicamente ripreso e qui faceva realizzare quello che è in pratica un ex voto di ringraziamento)

Dietro a San Francesco c’è un  paesaggio che sembra quasi essere un piccolo dipinto a parte, una figura volta le spalle allo spettatore e rimane ai margini del bosco e ricorda decisamente la Tempesta di Giorgione.

Questa pala d’altare del 1520, realizzata da un Tiziano trentenne, è la prima che viene firmata e datata proprio dall’artista in un cartiglio dipinto al centro in basso con la scritta “Aloyxius gotius ragosinus fecit fieri MDXX Titianus Cadorinus pinsit.”

Sacra Conversazione, Tiziano, particolare del cartiglio

One thought on “Sacra Conversazione di Tiziano a Milano!

  • 18 Dicembre 2017 at 16:57
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    Eccomi ! Ho letto ,mi sono immersa nella spiegazione e ti devo ringraziare perché anche da casa vedo e ho il commento di opere eccezionali di grandi pittori.

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