Morbelli…la tristezza e la polvere

Morbelli…la tristezza e la polvere

Lo dichiaro fin da subito:

ADORO TUTTO DI MORBELLI (soprattutto la tristezza e la polvere)!

Non vorrei che il titolo fosse fuorviante eh…

Morbelli è il pittore alessandrino che si fa adottare dalla Milano ottocentesca. Qui a Milano studia (a Brera), passando nelle varie scuole di specializzazione dell’Accademia (uno dei suoi maestri sarà proprio Bisi, immenso nelle immagini di vedute prospettiche di edifici storici) e mettendo a frutto proprio questi insegnamenti accademici, il Morbelli, ci fa quasi vedere dal vivo una Milano che lui pian piano aveva scoperto e che noi ora possiamo solo immaginare…

Qui a Milano Morbelli cavalcherà le varie novità artistiche che proprio in quegli anni si vanno formando…del resto anche la stessa città si stava trasformando in quella metropoli che noi ormai siamo abituati a conoscere e ad amare, con tutti i suoi lati positivi e negativi.

Le opere in mostra ci permettono di intravedere un artista attento ai cambiamenti, ai fatti di cronaca, alle novità tecniche (passerà dalla pittura ottocentesca classica al divisionismo e al simbolismo). Nelle sue opere troviamo una cruda e moderna denuncia sociale sottolineata dal taglio fotografico che gli artisti, ormai abili anche in fotografia, utilizzavano spesso per rendere le scene più realistiche e credibili.

Angelo Morbelli, molto ben rappresentato in questa piccola mostra alla Gam di Milano (che espone in pianta stabile molte sue importanti opere), è l’artista  che i miei alunni, lavorando ad un ambizioso progetto dedicato proprio a questo museo (un’audioguida,  APP per cellulari android, completamente gratuita, presto scaricabile da google play store), hanno definito “Quello tristissssssimo proooofffff”.

E avevano ragione eh…

POLVERE E TRISTEZZA, TRISTEZZA E POLVERE…

Sono le prime parole che mi vengono in mente per descrivere il suo lavoro, in buona parte realizzato ritraendo, dal vivo, gli anziani ospiti del Pio Albergo Trivulzio (dove l’artista si era organizzato un piccolo studio). In questa istituzione milanese, voluta dal principe Antonio Tolomeo Trivulzio  e aperta fin dal 1771 (e in funzione ancora oggi), gli anziani bisognosi, anche di cure, trovavano ricovero in spazi immensi, curati eh…fisicamente, ma come l’artista ci lascia ben vedere, curati nel corpo ma forse non abbastanza nello spirito. I nuovi cittadini milanesi, non certo straricchi, impegnati comunque in dure giornate lavorative, non potevano prendersi cura degli anziani di famiglia che venivano quindi ospitati al Trivulzio…in attesa della fine dei loro giorni, come ben sottolinea Morbelli in un titolo devastante: Giorni…ultimi. Ma gli ambienti che ci mostra sono ambienti desolati e vuoti anche quando i “vecchioni” presenti son tanti (così era definito all’epoca il Morbelli, il pittore dei vecchioni).

Sono anziani persi nei ricordi, ricordi felici di un tempo passato e immersi in un tempo attuale che anche durante le feste rimane impermeabile alla gioia e alla vita.

Fuori dal Pio Albergo Trivulzio il Morbelli non è che risplenda di vita eh…

Mi piace proprio questo suo essere coerente e costante, sia quando sceglie di rimanere nel filone della rappresentazione storica, raffigurando la Morte di Goethe (non stupitevi per questa scelta eh…proprio alla Gam c’è l’opera di un altro autore, Eugenio Pagliano, che ci mostra addirittura la morte della figlia di Tintoretto), sia quando si fa conoscere anche all’estero per aver scelto di realizzare opere di denuncia sociale (seguendo una famosa inchiesta fatta dal quotidiano inglese Pall Mall Gazette) urlando il suo sdegno per una pratica purtroppo nemmeno troppo rara all’epoca: la vendita di ragazzine innocenti nei vari bordelli (la figura femminile distesa, morente probabilmente di sifilide, nel letto bianco, con al fianco una figura nera, è drammatica nella sua semplicità che è un chiaro atto d’accusa).

Non che quando scelga di rappresentare momenti sereni diventi immediatamente un artista brioso eh…le sue scene di amore materno sono comunque incredibilmente simili alla prostituta bambina morente…

Ma la polvere di cui vi accennavo è una polvere non solo fisica ma anche tecnica.

Il divisionismo di Morbelli è tangibile, i suoi filamenti di colore, microscopici e comunque spenti dal grigio e dal color bruno, sono quasi magici: da vicino alcune immagini sembrano quasi incomprensibili mentre allontanandosi si formano particolari anche minuziosi come un decoro sul pavimento in prospettiva, i giochi di luci e ombre che non son solo macchie ma son proprio figure ben riconoscibili sì, ma solo ad una certa distanza…

Cosa fate ancora lì????!!!!

Correte a vedere questa piccola mostra che è un vero gioiellino!

Dal 15 Marzo 2019 al 16 Giugno 2019

Indirizzo: via Palestro 16

Orari: da martedì a domenica 9-17.30 (ultimo accesso un’ora prima dell’orario di chiusura); lunedì chiuso. Giorni di chiusura: 25 dicembre, 1° gennaio, Lunedì di Pasqua e 1° maggio

Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3. Gratuito minori di 18 anni