Omini rosa. Dubbi amletici tra baci e ceffoni

football angels

Omini  rosa

Stanno aumentando, soprattutto nella zona dove vivo.

Ho iniziato a “collezionarli” fotografandoli.

E’ scattata quasi una gara tra colleghi a chi ne vedeva di più.

Ha vinto lei, il segugio migliore, una vera e propria macchina da guerra che, molto probabilmente, in questi ultimi tempi a furia di andare in giro con il naso all’insù, in caccia (per mmmmme!),  ha rischiato molte volte di inciampare.

Ma la prof.ssa Russotto, indomita, ha continuato a mandarmi immagini di nuovi omini rosa.

Celo celo manca. Par quasi d’esser tornati ai tempi delle raccolte di figurine (son vecchietta, chiariamolo subito: mi son fermata all’album, completato davvero però, di Sandokan e della Perla di Labuan!).

A questa premessa generale però va aggiunta una nota non del tutto indifferente: sono un’insegnante di storia dell’arte.

Io in classe parlo ai miei alunni di artisti vari, da quelli del Rinascimento classico fino alla street art dei tempi moderni.

Io in classe educo, per contratto, alla bellezza.

Ma…devo anche educare!

Lo confesso senza vergogna; questi omini rosa, mannaggialloro, mi hanno spiazzata.

Mi ritrovo proprio ad esser combattuta.

Come li devo considerare? arte o vandalismo?

Certo io in classe parlo anche di artisti famosi che proprio sull’arte di strada han costruito la loro fama e la loro fortuna.

K. Haring, Banksy, Basquiat…anche loro prima di essere Loro son stati solo vandali, writers, sgraditi imbrattamuri.

 

Quando mi ritrovo a dover parlare di arte moderna ai miei alunni io entro in crisi, c’è poco da dire.

Mi ritrovo letteralmente dilaniata tra gusto personale e dovere, tra etica e morale,tra oneri e onori, tra vivi e seziona…

Come faccio a parlare di street art e nel contempo  a far passare il messaggio: no tu non puoi fare scarabocchi sui muri (perché fan schifo, perché son brutti, perchè non sei mica un artista, perché se ti beccoticorco)?!.

Tra l’altro mi piace condividere le perplessità con chi  vive attorno a me.

Parlarne fa crescere in me i dubbi facendo diminuire le già poche certezze che avevo…come dice mio marito “devo imparare a starmene zitta” altrochè!

Mio marito sostiene che avrebbe rotto una falangetta anche a Leonardo se lo avesse beccato a dipingere la Gioconda sulla parete di casa nostra senza aver prima chiesto permesso. Gli credo eh, non sta facendo una sparata tanto per dire…

Ma io da un lato lo capisco, approvo e concordo con il senso del discorso: la proprietà privata per me è davvero sacra.

Chiedimi il permesso e molto probabilmente non ti dirò di no.

Questi omini rosa ad esempio, li ho studiati per bene. Sono attaccati e mediamente poco invasivi, non son dipinti (tranne uno, orrore orrore, mi rovina quasi tutta la teoria che vede in Aloi un vandalogentile, insomma lo considererò una prova, un unicum quell’omino dipinto maledetto!), sono incollati, realizzati evidentemente con calma altrove e poi messi lì, in giro, in bellavista.

Su muri di case private, su centraline elettriche, su muri di edifici pubblici, a volte interi, a volte a pezzi, spesso quasi a sbucare e a far capolino.

Quei cosi rosini ci fissano, ormai ne son certa.

Sono a tratti ripetitivi, spesso ironici, molte volte divertenti, qualche volta criptici, ma sempre riconoscibili.

Cercando on line non è nemmeno difficile trovare notizie sul giovane artista (o vandalo?!), si chiama Christian Aloi,  si firma Aluà, 29 anni di Catanzaro.

Vive qui in zona, è un mio vicino di casa…ahhhh prima o poi lo becco, ahhh se lo becco! A quel punto dovrò decidere se dargli un bacio (in fronte, suvvia, non pensate male), o un ceffone (ancora non ho deciso dove).

Molti nel quartiere hanno adottato gli omini rosa, li considerano ormai “di tutti”, altri non li posson più vedere (Aluà nun t’allargà troppo, ti prego, risparmia i palazzi storici, fallo per me e per la mia coscienza dilaniata, tipregotipregotiprego).

Alcuni spariscono al volo (non ho fatto in tempo a fotografare quello che vomitava verde, umpft, avevo il cell scarico…se ne avete un’immagine sottomano passatemelo, è il mio santo graal!).

Del resto proprio Aloi in una recente  Intervista  ha dichiarato “se qualcuno non li apprezza può rimuoverli con il minimo sforzo“.

Secondo me iniziano ad andare a ruba anche per gradimento!

Non è certo il primo artista ad aver scelto la forma umana o proprio l’omino come cifra stilistica.

Mi viene immediatamente in mente, oltre al citato Haring, richiamo più diretto, anche il vecchio e amatissimo Mr Linea di Osvaldo Cavandoli dei primi anni ’70.

Ma da una rapida e quasi casuale ricerca di immagini in rete ne saltan fuori tanti altri di omini artistici: Exit Enter che imbratt ehm lavora a Firenze, ma anche Clet Abrhams, bretone, con gli omini nei cartelli stradali, sempre a Firenze (perchè sempre lì? mah forse il richiamo e il confronto diretto con l’arte rinascimentale…affascina.)

Ma anche Mike, all’anagrafe Michela Roffarè crea con gli omini, come fa da anni anche Blu Blu.  Del resto anche un marchio storico come Robe di Kappa ha scelto gli omini come logo.

Ora che ci ripenso, anche io da ragazzina, ho iniziato a far proprio omini (i miei spesso erano ammassati, grassi, spesso orgiastici…).

Questi risalgono ai primi anni ’80 mi sa!

il mio primo murale!

Ma…per voi questa è Arte o Vandalismo?

 Bacio o Ceffone?