Uomo e natura, soggetto e sfondo

Uomo e natura, soggetto e sfondo

Uomo e natura, soggetto e sfondo… nella storia dell’arte è un’immagine piuttosto comune.

Spesso la figura umana è in primo piano e lo sfondo rimane appunto…in lontananza, sullo sfondo.

Quando questo abbinamento è trattato in fotografia troviamo anche effetti di messa a fuoco esasperata con la figura umana (o il soggetto in primo piano, magari una semplice trottola)  messa  perfettamente a fuoco e ben delineata mentre lo sfondo si riduce ad un insieme di macchie.

L’artista di volta in volta sceglie cosa mettere in risalto, sceglie quale sfondo abbinare alla figura umana e sceglie soprattutto cosa mostrare realmente.

Ma attenzione…non sempre il soggetto umano è il reale protagonista! Ad esempio nelle opere di W. Turner ci son spesso piccoli personaggi che però sono inseriti in una natura che è creatrice e distruttrice ed occupa la maggior parte del dipinto essendo diretta rappresentazione della volontà Divina.

Fin dagli albori della storia dell’arte abbiamo trovato persone in primo piano che però mostravano molto poco della loro forma e dei loro lineamenti.

Una scelta voluta e fortemente cercata dall’artista ovviamente… che magari si ritrova come Giotto a voler mostrare una figura di spalle per dare maggior senso di profondità alla scena del Compianto sul Cristo Morto nella Cappella degli Scrovegni a Padova o come Masaccio che usa le braccia allargate nel manto rossastro della Maddalena della Crocifissione per sottolineare un’emozione: la disperazione.

Ma nel Romanticismo c’è un artista  in particolare che sceglie di ritrarre uomo e natura, soggetto e sfondo…dove però gli uomini (e le donne) contan pochino, anzi quasi nulla: non si vedono praticamente mai in volto:

Caspar Friedrich

Stanno lì, di spalle, in penombra e in controluce. Ci sono eppure il nostro sguardo quasi non li nota…infatti il reale soggetto delle opere di Caspar Friedrich è lo sfondo: la natura, interpretata come immagine tangibile della grandezza di Dio. L’uomo quindi è sempre “piccolo” di fronte a questa immensità divina e viene messo poco in evidenza proprio perché non  si tratta di ritratti ma di simboli: quelle figure siamo noi, tutti noi estasiati, impressionati o in semplice ammirazione della grandezza del Creato!

Io son da sempre un’appassionata di videogiochi sparatutto (e ammazzatutto)

Il confronto quindi è stato immediato: i soggetti di spalle di Friedrich hanno sicuramente ispirato le varie inquadrature da dietro le spalle dei protagonisti dei videogiochi.

Sullo schermo del pc, servono per farci giocare meglio, permettendoci di immedesimarci al massimo nella scena che poi perlustreremo a 360°, ma allo stesso modo  le figure del pittore romantico, viste di spalle, servono per farci immergere in modo più convincente nella natura che è di fatto la vera protagonista delle sue opere.

Questo particolare effetto che punta a coinvolgere l’osservatore utilizzando la figura umana o di spalle o in controluce serve anche a non distrarre l’attenzione: se non ci son volti da riconoscere e da scrutare…ci si può concentrare sul resto.

Ecco qualche scatto realizzato, come le fotografie precedenti, durante l’esperienza di Scuola Natura a Vacciago (credits Germano Golia).

Soggetti di spalle, soggetti in controluce. Sagome riconoscibili seppur nere…proprio come le opere di Friedrich (già lo sapevamo…ma ora ne abbiamo le prove: certi professori son dei veri capolavori artistici!)

Questo modo di inquadrare i soggetti umani di spalle e in ombra ha ispirato la nostra tavola di terza media: L’ombra di Friedrich e come sempre…ne vedremo delle belle (seppur in ombra e in controluce!).