Milano XL fashion week 2017

In occasione della settimana della moda “Milano fashion week 2017” come ogni anno Milano si mette in mostra!

In giro per il centro città, nel quadrilatero della moda, vengono proposti degli allestimenti scenografici che fanno da contorno alle varie sfilate degli stilisti più famosi.

Perché ne parlo? Perché anche questa… è arte!

Ormai quando si parla di arte moderna tutto è arte, allestimenti, performance artistiche, installazioni, street art…insomma tutto fa brodo (e spesso è un brodino delizioso).
Avete ancora questo fine settimana per fare un giretto e lustrarvi gli occhi, finirà tutto il  25   settembre.


Dalla piantina, con il percorso circolare segnato in rosso, possiamo subito capire che per vedere tutte e 6 le installazioni conviene scendere alla fermata di San Babila (partendo però dalla numero 6) oppure a Duomo partendo così dalla numero 1 (tocca però tornare indietro all’entrata dei magazzini della Rinascente).

Innanzitutto vediamo a cosa fanno riferimento: alla moda, ovvio.

Ogni installazione vuole sottolineare un particolare settore dell’eccellenza italiana.
Testimonial d’eccezione della mia passeggiata è stato il mio canino che, da vero vip, si è fatto fotografare mettendosi in posa (sì sì, aspettatevi di tutto passeggiando in centro a Milano in questi giorni, le migliaia di turisti fotografano qualunque cosa, caninibelli compresi, ma alcuni passanti molto eccentrici entrano a far parte a pieno diritto dello spettacolo!).

ED ECCO L’ELENCO DELLE 6 INSTALLAZIONI

1 IL COSMO DELLA BELLEZZA (Palazzo Rinascente)

l’edificio è stato ricoperto da volti bianchi stereotipati. Le maschere sono state però personalizzate con trucchi differenti. Il riferimento dichiarato è proprio all’arte del trucco che se da un lato ha una funzione puramente estetica è però anche un mezzo per mostrare al mondo la nostra personalità sottolineando la nostra identità.

Guardandola bene i richiami, artistici e non solo, sono parecchi: la ripetitività dei ritratti della pop art di Warhol ma anche i volti mascherati del gruppo musicale dei Kiss e, per gli appassionati della serie tv del Trono di spade, anche un momento del racconto che si svolge nel Santuario del Bene e del Male nell’immenso spazio dedicato ai Mille Volti.

 

2 IL SALOTTO DELLE GIOIE  (Galleria Vittorio Emanuele)

All’interno di una struttura ottagonale, al centro della galleria “il salotto di Milano”, troviamo uno scrigno delle meraviglie: gioielli preziosi prodotti dall’industria orafa italiana, anelli, bracciali, collane…

Tutti posizionati sotto alla riproduzione di quello che è forse il gioiello lombardo più famoso da sempre: la Corona Ferrea.

L’esterno dell’ottagono mostra stampe di quelli che sono i gioielli dell’arte italiana del Rinascimento, ritratti di donne, uomini e bambini con gioielli riprodotti tridimensionalmente.

Il canino ha come sfondo la Dama con liocorno di Raffaello, ma all’entrata possiamo riconoscere Antea del Parmigianino con al suo fianco la Bella in pelliccia di Tiziano. Luomo al centro altri non è che Federico Gonzaga, sempre di Tiziano ma al suo fianco una piccola Bia de Medici del Bronzino rischiara la scena. Sulla destra invece a rappresentare l’eleganza lombarda anche nei piccoli nobili ci appare una bambina di casa Redetti  in vestiti di broccato e gioielli, del pittore Moroni e al suo fianco la Giuditta del Caravaggio. Nell’altro lato invece troviamo la Dama di Raffaello al centro, a destra il profilo femminile  del Pollaiolo è immediatamente riconoscibile così come a sinistra la Velata di Raffaello.

 

3 LA BIBLIOTECA DEI TESSUTI (Piazza della Scala)

La postazione più scenografica è dedicata ai tessuti senza i quali la moda italiana non esisterebbe.

Teli colorati svolazzano dal Palazzo della Ragioneria, sotto di loro un’immensa libreria a trompe l’oeil contiene campioni di tessuti, busti in marmo, oggetti misteriosi…

Il richiamo più immediato è alle biblioteche classiche, dalla milanese Braidense a quella di Harry Potter ma non si può non pensare anche alla tradizione dei tanti trompe l’oeil che dal rinascimento in poi hanno decorato porte, sportelli di armadi o addirittura retri di quadri. Al centro di Piazza della Scala una riproduzione con praticello e alberi di melograno contornate da piantine-cespuglio di alloro fanno quasi sembrare il centro di Milano in aperta campagna.

 

4 L’ULTIMO DONO (Piazza della Croce Rossa, proprio di fronte al monumentoa S. Pertini di Aldo Rossi)

Uno schermo proietta immagini di quelli che sono i lavoratori nascosti, quelli che realizzano materialmente la grande moda italiana: gli artigiani, in questo caso viene mostrata la filiera produttiva della conceria

 

 

 

 

5 DALLA BOTTEGA ALLA VETRINA (Il cinema delle arti e dei mestieri proiettato sui palazzi di via Montenapoleone)

La proiezione è visibile solo al calar del sole. Sui palazzi delle più eleganti boutique milanesi scorrono immagini di lavori antichi

 

 

 

 

 

6 VESTIRE IL VOLTO (Piazza San Carlo)

Di fronte alla Chiesa neoclassica troviamo questo totem rivestito sui quattro lati di immagini di ogni epoca, è un omaggio all’eccellenza dell’occhialeria italiana nel mondo. La parte di proiezione anche in questo caso si perde se lo visitate di giorno.

I colori accesi e la disposizione delle immagini ricordano nuovamente Warhol ma anche, forse,  i decollage di Mimmo Rotella, manifesti strappati che lasciano vedere casualmente gli strati di altri manifesti sottostanti stratificati nel tempo della pubblicità che scorre veloce…

Il castello

Il castello

Il castello affascina da sempre chiunque… ammettiamolo.

Saranno le storie di draghi, fate, maghi, principesse… saranno i racconti storici realmente accaduti con guerre, tradimenti, massacri e fughe da passaggi segreti…

Ma il Castello per tutti noi non è solo  luogo fisico ma anche luogo della fantasia.

Torrechiara

Castelli scelti come simboli immortali (come quello di Neuschwanstein, simbolo di Walt Disney).

Neuschwanstein

Castelli in Italia ma anche all’estero.

Originali, costruiti quindi davvero nel medioevo…oppure totalmente falsi, costruiti su forme antiche ma con tecniche moderne nel 1800.

Piccoli, Grandi, fortificati, posti a difesa del territorio o solo con scopo abitativo…ne abbiamo di tutti i tipi.

Alcuni sono in pratica piccole città autonome.

Se ci pensate bene ognuno di noi è “signore del proprio castello” perché per tutti vale il detto “la mia casa è il mio castello”!

Da castrum originario (uno spazio chiuso e difeso circondato da mura), che a sua volta prende il nome dal castrum latino, “l’accampamento” militare, si evolverà nel corso dei secoli in residenza fortificata. Troviamo castelli inseriti nelle città ma più spesso in posizione rialzata, in collina, per avere una visione ottimale del nemico in caso di attacco (eh sì, il periodo che ci appare tanto affascinante e magico in realtà era…un periodaccio non troppo tranquillo).

Alcuni hanno un taglio più militare, hanno l’aria solida ma scomoda per viverci seppur in massima sicurezza, altri invece sono luoghi di delizie e non si fa fatica ad immaginarvi serate danzanti con musici e poeti.

Verrès

Gli spazi interni sono raramente “principeschi”, poche aperture quindi poca luce, ambienti piccoli (meglio ambiente piccolo al caldo che immenso ma al gelo), arredamenti ridotti ai minimi termini (cose utili e pratiche, tavoli e cassapanche, qualche baule da corredo e poco altro).

Soncino

Le strutture difensive meritano poi tutto un capitolo a parte: dalle mura (inizialmente in legno come gli edifici ricostruiti man mano in solida pietra), ai passaggi segreti (esistono realmente, pensate che ne ha tanti anche il castello Sforzesco, inaccessibili da quando han realizzato le varie metropolitane in zona), ai fossati, alle geniali invenzioni per trabocchetti o chiusure  quasi automatiche che bloccavano  il visitatore sgradito in uno spazio chiuso così da poterlo poi attaccare come un topo in trappola (magnificamente spietata l’entrata del castello di Verrès in Val d’Aosta).

E poi ci sono le curiosità…

Ma voi lo sapevate che in alcuni castelli esistevano già dei sistemi per le comunicazioni vocali, quasi dei moderni interfoni? E chi lo avrebbe mai immaginato che le guerre batteriologiche iniziarono proprio nei castelli avvelenando le fonti di acqua con animali morti che inevitabilmente avrebbero poi contaminato l’acqua indispensabile per la sopravvivenza ma ancor di più in caso di assedio?!

Altra piccola informazione scritta con un filino di orgoglio: la Lombardia è tra le regioni più ricche di Castelli e città fortificate! Già perché le terre di transito, congiunzione tra aree di confine e scambi culturali e commerciali sono sempre state ben protette da fortificazioni. Basti pensare al famoso Castello Sforzesco, ma anche alla Rocca di Soncino o a quella davvero da cartolina: la Scaligera a Sirmione.

Sirmione

La struttura del Castello è una continua scoperta: ecco perché l’ho scelto come tema per un corso di aggiornamento professionale che ora condivido con voi.

Nel file, che potete leggere o scaricare, troverete in modo più dettagliato tutto quello che vi ho appena accennato!

APRI IL CASTELLO PDF

Fenis

ah…ultimo ma non meno importante collegamento: QUI potete trovare i nostri esempi di castelli, copiati, immaginati e sognati…

Arte alla scuola media: considerazioni finali per ricominciare al meglio

Arte alla scuola media: considerazioni finali per ricominciare al meglio

Scopiazzando un’idea del collega di musica, prof. Vacchi, a giugno ho fatto scrivere ai miei alunni di prima e di terza media un “temino” dal titolo:

arte alla scuola media: considerazioni finali su questo anno di arte.

Ho volutamente saltato le seconde non perché avessero meno da dire (anzi!) ma perché volevo proprio capire come veniva immaginata -prima- e vissuta  -dopo-  la mia materia dai ragazzini al loro primo anno  e al loro ultimo anno di scuola media.

Dopo anni di precariato passato girando di scuola in scuola…potevo finalmente tirare le somme di tre anni consecutivi nella stessa scuola e lo dico: è stata una vera emozione per me.

Sapevo di correre un bel rischio eh …

Ho proprio detto loro: levatevi tutti i sassolini che avete in tasca, senza paura, parlate dei lati positivi e dei lati negativi -della materia e…ehm…e della prof!-

Insomma, mi son detta, qui vale comunque la pena di farsi del male con delle considerazioni  finali per poter poi ricominciare al meglio il nuovo anno scolastico!

Tutte le materie subiscono cambiamenti dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado, cambiano gli insegnanti, cambia l’approccio, cambiano le richieste e spesso anche il modo stesso di fare lezione.

Cambiano loro, cambiate voi, non più bambini delle elementari ma ragazzini delle medie…e non mi par poco!

Ho così fatto un paio di scoperte di cui voglio assolutamente rendervi partecipi.

-Arte e immagine alla scuola media è vissuta mediamente come una nuova scoperta (evvai, mi piace, lo cataloghiamo come parere positivo S.LR?!)

-E’ una delle materie giudicate tra le più divertenti e rilassanti, almeno stando a quanto dice C.M. (oh yeah son soddisfazioni) anche se A.R. si aspettava qualche cosa di meglio (sigh)

-Io son ben tollerata. Nonostante un look non sempre gradito a T.C. che però salva, bontàsua, i miei accessori. Per A.D invece ho capelli che paio appena uscita da un laboratorio, del resto per A.T. sono stramba (mio marito concorda). M.M. si emoziona quando mi sente parlare in milanese -ossignuuuurrrrr (dedicato a te!). N.C. non è molto convinta dei voti (prendo atto delle perplessità e cercherò di motivarli meglio l’anno prossimo, prooooomesso!). A.L. ha sofferto per la mia severità pur giudicandola equa (fiiiùùùùùù, son salva, forse). C.P. è terrorizzata dalle mie urla (anche io, giuro, mi terrorizzo da sola e mi riprometto di non urlare più ma poi ci ricasco).

-Storia dell’arte per alcuni è interessante, per altri invece rimane noiosa e F.M. lo conferma  (qui ho ampi spazi di miglioramento insomma)

I ragazzi che han concluso la terza media a giugno hanno sostanzialmente fatto le stesse considerazioni dei loro compagni di prima media aggiungendo magari qualche nota più personale riguardo i tre anni passati insieme. Molti di loro han dichiarato di aver messo a punto, con storia dell’arte, un metodo di studio valido anche per tutte le altre materie e questo me lo tengo lì come personale soddisfazione cui ripensare nei momenti bui…

Ok, sono pronta a ricominciare.

Pettinandomi meglio, urlando meno, motivando i voti dati, alleggerendo quanto più possibile le ore di teoria che vengono generalmente apprezzate da parecchi, tollerate da molti di più e, ahimè, proprio odiate da qualcuno.

I nostri alunni ci osservano, ci ascoltano, ci giudicano…esattamente come facciamo noi con loro.

Impariamo davvero gli uni dagli altri…il rapporto di scambio è costante.

E se qualcuno ha notato quanto io mi sia divertita a spiegare…io ho ben chiaro da sempre quanto sia importante anche far divertire imparando.

La vita è “doloresofferenzaefastidio” come dico sempre in classe (sogghignando con sadismo), almeno quando è possibile…facciamocela una bella risata!