Laboratorio di ceramica

L’anno scorso ho iniziato il laboratorio di ceramica in orario pomeridiano.

A scuola abbiamo  un’aula dedicata con tanto di forno…insomma…un vero lusso!

Siamo ancora alle prime armi, personalmente ho ripreso in mano la creta dopo una pausa di… mah saranno quasi vent’anni però effettivamente è un po’ come andare in bicicletta: una volta che sai stare in sella…è fatta! (n.b. mi sa che in bicicletta non ho mai imparato…ultimamente ho fatto anche un tentativo con un monopattino…ma mio marito dice che per me sarebbe già un’eccessiva richiesta di equilibrio usare un…triciclo. Mi limiterò quindi alla creta, oh yeah).

Ho però notato che i ragazzi che scelgono volontariamente di partecipare son molto soddisfatti! (folli…rimanendo a scuola un pomeriggio in più e mangiando un panino in mia compagnia, porelli…).

L’anno scorso il gruppo era formato da una decina di ragazzi da classi prime e seconde, quest’anno invece hanno aderito in massa da un’unica classe seconda.  Purtroppo non è possibile formare gruppi molto numerosi perché lavorare con troppe persone non è proprio consigliabile, ci si diverte, certo, questo per me è fondamentale…ma si lavora e serve attenzione, cura dei materiali e degli spazi di lavoro…ma serve anche concentrazione, precisione e…fantasia!

All’inizio nonostante la buona volontà qualcuno lamenta proprio un “fastidio fisico” a sporcarsi le mani…(mammeeeee ma fategliele fare du’ torte a ‘sti piccini ogni tanto!), al fastidio però subentra presto il piacere di impastare e di creare oggetti che poi in parte verranno tenuti come ricordo personale o come oggetti da regalare…oppure, goduria massima, verranno venduti durante la festa di fine anno (Il ricavato viene riutilizzato per comprare il materiale dell’anno successivo…insomma…non ci si arricchisce certo economicamente…ma l’ego…ahhh l’ego ne trae benefici inaspettati).

Dalla classica piastrella con le iniziali, fiori, foglie e decorazioni varie (ci siamo ispirati alle opere  dei Della Robbia…e il passaggio dalla carta stampata del libro di storia dell’arte alla lavorazione pratica…ha presentato quasi un pizzico di magia), siam poi passati a targhe con messaggi vari (quest’anno va via come il pane il classico “mai na ggioia”), a ciondoli per collane, posaceneri, svuotatasche, cornici, portaincenso e bruciatori di oli essenziali.

In qualche caso dopo una prima cottura coloriamo l’oggetto con engobbi, lo immergiamo poi nella cristallina e facciamo una seconda cottura, in altri casi invece lasciamo appositamente l’oggetto poroso e non vetrificato così da poterlo magari usare anche solo come profumatore d’ambiente, d’auto o per cassetti.

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